The Rittenhouse Review

A Philadelphia Journal of Politics, Finance, Ethics, and Culture


Thursday, November 07, 2002  

WHAT’S UP WITH FLORIDA?
Damned if I Know. But the Italians Do.

I’m not quite sure what it means when foreigners, in this case Italians, understand the horrors of American politics -- also known as former Florida Secretary of State Katherine Harris (R) -- better than do we ourselves.

The article below comes from the November 7 edition of Corriere della Serra.

La Crudelia del Duemila Trova un Posto da Deputato

Da funzionario statale la Harris certificò la sconfitta di Gore nelle elezioni presidenziali

L’hanno chiamata Crudelia DeMon, sicario repubblicano, amante di Jeb [!] Bush, un giornale generalmente pacato come il New York Times ha criticato il suo abbondante utilizzo di make-up, i comici tv hanno irriso la sua passione per la lacca da capelli («il buco nell’ozono è tutto colpa sua»). Ora però, almeno per due anni, dovranno chiamarla «onorevole»: perché è stata eletta come deputato del 13esimo distretto della Florida. E’ la rivincita di Katherine Harris, la funzionaria repubblicana che durante la débâcle elettorale di Florida 2000 si immolò per il bene del partito certificando -- come del resto era suo potere -- il risultato del caoticissimo voto. «Tutto regolare, elezione cristallina», disse la signora Harris ignorando le risse ai seggi e le infinite polemiche su schede malpunzonate, «coriandoli» ed elettori neri tenuti alla larga dai seggi. Forse agì con scarso senso del ridicolo, ma indubbiamente con perfetta disciplina di partito.

Il vertice republicano, che insistendo sempre sui «valori familiari» non può non amare i suoi figli -- e le sue figlie -- obbedienti, l’ha premiata con la candidatura in un collegio facile facile, quello della conservatrice Sarasota, e ora la signora Crudelia è diventata deputato.

Certo fu lei a dare il via alla corrida giudiziaria che, accompagnata da un tribunale all’altro da un esercito di avvocati, finì poco prima di Natale con la decisione finale della Corte suprema (che, per cinque voti a quattro, fece fermare i riconteggi della Florida e, di fatto, mandò Bush alla Casa Bianca). Certo, durante i suoi comizi ha dovuto fare i conti con qualche irriducibile democratico che la irrideva stracciando delle finte schede elettorali o sventolando cartelloni con la scritta «5-4» (la spaccatura della Corte suprema nel voto sullo scontro Bush-Gore, giudici repubblicani contro democratici).

Ma ha vinto. E, come ha imparato -- o insegnato? -- due anni fa, in politica è l’unica cosa che conta.

The Rittenhouse Review | Copyright 2002-2006 | PERMALINK |

CONTACT
BIO & STUFF
PUBLICATION NOTES
LINKS